Cenni Storici

Palazzo Corner Mocenigo

Dimora dei Corner di San Polo, fu realizzata fra il 1552 e il 1564 su progetto di Michele Sanmicheli, riutilizzando in parte fabbricati preesistenti acquistati dalla famiglia nel 1460. Al suo interno, dotato di doppio piano nobile, due piani di mezzanini, quattro vani scala, un cortile e un doppio affaccio sul campo di San Polo e sull’omonimo rio, i Corner di San Polo raccolsero nel tempo una collezione straordinaria di opere d’arte, da Antonello da Messina a Giovanni Bellini, da Andrea Mantegna a Pietro da Cortona, la cui cura, verso la fine del secondo decennio del Settecento, fu affidata a Giambattista Tiepolo, al tempo giovane artista agli albori di una promettente carriera, che lascerà un segno indelebile nel palazzo, la cui preziosa testimonianza è giunta fino a noi. Rimasto nelle proprietà della famiglia fino al 1798, alla morte di Giovanni Corner l’edificio passò in eredità alla figlia Laura che due anni prima aveva sposato Alvise Mocenigo, divenendo da allora noto come Cà Corner-Mocenigo.
Passato più volte di mano dopo la morte di Laura, ultima dei Corner, il palazzo venne progressivamente spogliato nell’Ottocento dei suoi arredi e le opere d’arte finirono ad arricchire i più famosi musei d’Europa e d’oltre oceano. Dopo varie destinazioni, venne locato dal 1916 alla Guardia di Finanza, alla quale rimase poi stabilmente dopo essere stato acquisito, nel 1953, al patrimonio dello Stato. Oggi è sede del Comando Regionale Veneto, da cui dipendono tutte le “Fiamme Gialle” che operano nella regione, a tutela della legalità e della sicurezza economica, per la salvaguardia dei diritti fondamentali dei cittadini. La Caserma è intitolata “Piave”, in memoria della partecipazione della Guardia di Finanza alla Grande Guerra, che vide direttamente coinvolta la città di Venezia, separata dalla linea dei combattimenti da meno di 30 km e più volte bombardata dalla aviazione austroungarica, che fece diverse vittime ed arrecò notevoli danni al patrimonio artistico della città.



Il ricordo


Il Sacrario dei caduti della Guardia di Finanza

Il Sacrario Militare della Guardia di Finanza del Veneto e un’opera interamente patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dalla Prefettura di Venezia e dalla Guardia di Finanza, nell’ambito del programma nazionale Luoghi della Memoria, previsto per le celebrazioni del 150° Anniversario dell’Unita d’Italia. Nasce dall’idea di raccogliere la memoria dei caduti del distaccamento veneto del corpo della Guardia di Finanza e dalla volonta di concentrare la testimonianza del passato in uno spazio unitario, appositamente progettato, inserito nel cortile di palazzo Mocenigo a San Polo, sede del Comando Regionale Veneto della Guardia di Finanza. Il delicato tema dell’integrazione di un manufatto contemporaneo in un cortile storico di dimora patrizia veneziana ha richiesto l’accurata analisi degli esigui interventi analoghi. Lo studio della documentazione esistente ha consentito di pervenire alle motivazioni culturali e formali necessarie alla stesura del progetto, ad opera dell’Arch. Stefano Ragazzi, sposando le scelte dell’istituzione che ospita il nuovo manufatto alle esigenze della Soprintendenza competente, giustamente attenta nel vagliare gli interventi e le trasformazioni degli edifici e degli spazi della nostra storia. Ne e scaturito un progetto caratterizzato da scelte formali contemporanee, materiali d’uso storico e dall’introduzione di un innovativo mezzo di comunicazione rappresentato dalla ‘lapide cangiante’, un grande schermo lcd inserito sul fondale del sacrario, nel quale scorrono senza soluzione di continuita ed a perenne memoria i nomi dei nostri caduti.


Il Memoriale dei caduti della Guardia di Finanza nella grande guerra

La Guardia di Finanza ricorda i suoi caduti e gli eventi che la videro impegnata al fronte nel primo conflitto di massa nella storia dell’umanita. La Grande Guerra ha inciso profondamente sul destino di molte nazioni. Incalcolabili devastazioni, orrori e tragedie caratterizzarono il conflitto, nel quale persero la vita, fra civili e militari, decine di milioni di persone. Custodire la memoria di quanto accaduto e un impegno prioritario, perche la consapevolezza delle indicibili afflizioni che ogni guerra provoca possa far maturare nelle giovani generazioni l’aspirazione ad un futuro di pace e di dialogo fra i popoli. Con questo intento, in Europa e nel mondo, si rinnova il ricordo di quanti soffrirono e morirono, perche simili tragedie non abbiano piu a ripetersi. Nel 1914 la Regia Guardia di Finanza era un Corpo militare forte di quasi 20.000 uomini (385 ufficiali, 4.155 sottufficiali e 14.271 guardie). Nel 1911 il Corpo aveva ricevuto la Bandiera di Guerra. Oltre al concorso nella difesa militare del Paese, gia dal 1901 svolgeva compiti di ‘polizia finanziaria’ per la tutela del sistema tributario, a contrasto del contrabbando doganale (zucchero, caffe, polvere pirica, etc.), della contraffazione di punzoni e marche da bollo utilizzati per attestare l’avvenuto pagamento di tasse e dazi, della produzione illecita di prodotti alcolici, del gioco d’azzardo, del lotto clandestino e della falsificazione monetaria. Tra il 1912 e il 1913 il Corpo di Stato Maggiore dell’Esercito approvo il ≪Progetto di ordinamento di guerra≫ e le ≪Istruzioni per l’impiego in guerra≫ della Regia Guardia di Finanza, che prevedevano, in caso di guerra, la costituzione di:
• distaccamenti speciali a disposizione dei reparti del Regio Esercito di prima linea con compiti informativi e di esplorazione;
• battaglioni operativi;
• unità destinate alla difesa costiera;
• unità destinate alla vigilanza delle frontiere non coinvolte nelle operazioni belliche, al controllo dell’economia di guerra e alla sicurezza interna.
All’inizio delle ostilità la Guardia di Finanza fu mobilitata con 12.000 uomini, ripartiti su 18 Battaglioni, pari ad oltre il 60% del propria forza complessiva.

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